OLTRE IL CONFINE

"Oltre il confine" è il titolo di un romanzo di Cormac McCarthy. Un libro densissimo, che parla di cow-boys, di frontiera, di cavalli rubati, di sopravvivenza. Ma soprattutto un romanzo di formazione: quella del giovane Billy, costretto a crescere molto in fretta, ad arrangiarsi per le vie del mondo, e che trova dentro di sé - nonostante gli esempi e gli insegnamenti - un baricentro nobile e la capacità di protezione verso gli esseri che ama.

Ho scelto di intitolare questo blog "Oltre il confine" non solo per omaggiare McCarthy, uno scrittore immenso, così profondo da far anche paura.

Come ho scritto nelle poche righe di presentazione di questo blog, superare un confine significa per me saper innanzitutto sentire dentro sé stessi l'anelito a cercare qualcosa di cui forse abbiamo da sempre nostalgia e a compiere anche passi rischiosi, differenti, che ci spostano da tutto ciò che conosciamo e forse ci conducono in direzioni che neppure riusciamo ad immaginare. 

La narrativa, la poesia, l'arte, il viaggio, la ricerca personale e spirituale: sono forme diverse di esplorazione, sono tentativi di varcare soglie fisiche o immateriali. Ciò che nasce da questi spostamenti di prospettiva ci induce a immaginare un mondo nuovo: per l'appunto, oltre il confine. 

Ci spinge a dilatare il nostro spazio mentale, emotivo e psicologico. Ad integrare un immaginario che altrimenti ci sarebbe straniero.

Mi è accaduto spesso di mettermi in viaggio grazie ad un libro, di voler guardare con i miei occhi ciò che uno scrittore raccontava. Oppure di visitare un museo solo perché un artista contemporaneo che amavo si era ispirato ad un'opera del passato.

E il mio intento è che questo piccolo spazio virtuale sia un invito, attraverso le parole di chi si racconterà qui. 

Un invito all'ascolto, allo sguardo, al movimento. Un invito a confrontarsi con le storie di persone diverse, con percorsi difformi eppure tutti orientati alla meraviglia.

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