La parabola della materia - Intervista a Andrea Giovannetti

 

La parabola della materia

Marmi e piume nell’opera di Andrea Giovannetti

Intervista a cura di Camilla Ugolini Mecca

 

Talvolta, quando si è fortunati, accade di imbattersi in semplici dettagli, magici scorci, piccole visioni che riescono a trasformare, in un solo istante, ciò che ci appare ordinario.

Nella strada in cui passiamo ogni giorno, dalla stessa fila di case, emergono oggetti, che prima non c’erano o che la distrazione ci aveva impedito di notare.

È così che ho incontrato Andrea Giovannetti, davanti alla sua dimora a Pietrasanta, mentre ripuliva il gambo di un fiore. Ai lati della soglia, i vasi di marmo di sua creazione, evocanti i mattoncini del Lego e disposti ogni giorno a formare composizioni diverse.

Nell’intervista che segue, ci racconta del suo percorso creativo.

Andrea, partiamo dalle tue opere in marmo – le prime che ho potuto osservare: i vasi, i supporti e soprattutto la tua celebre sedia. Sono opere modulari, che rompono in qualche modo l'idea che il marmo sia necessariamente un materiale rigido. Puoi parlarci di questa produzione?

Il progetto “Take Your Time” nasce da una lunga riflessione sul marmo, un materiale che tradizionalmente associamo alla rigidità e alla staticità. Con questa produzione ho voluto togliere a tale materiale proprio quell’idea di pesantezza, per renderlo leggero, pratico e interattivo.

Take your time ©

Le mie opere – come i vasi, i supporti e soprattutto la sedia – sono pensate come moduli componibili, che invitano chi li usa a giocare con le forme e a stimolare la propria creatività attraverso accessori e combinazioni diverse. L’obiettivo è quello di creare oggetti di design in marmo che siano eleganti, ma anche leggeri e funzionali. Questo approccio si ritrova in vari progetti, tra cui “Take-away” e “Dedicate to…”, dove il marmo viene reinterpretato per diventare parte della vita quotidiana, senza mai perdere la sua bellezza e guadagnando in dinamismo e versatilità.       

 Take-away ©

 

 

Saturnina – Dedicate to… ©

Nelle opere che descrivi utilizzi pietre e marmi diversi - dal Bianco di Carrara al travertino. Che cosa ti spinge ad utilizzare un tipo di pietra o di marmo piuttosto che un altro?

In realtà non ho delle preferenze precise: ogni marmo o pietra ha la sua luce e la sua storia, e questo è ciò che mi affascina davvero. A volte scelgo un materiale come il Bianco di Carrara, altre volte il travertino o altre pietre meno conosciute, ma sempre in base a ciò che quel progetto richiede. Mi lascio guidare dalle caratteristiche uniche di ogni materiale – il colore, la texture, le venature – e da come queste possono dialogare con la forma dell’oggetto. Certo, sono particolarmente affascinato da marmi e pietre nobili, soprattutto quelli che portano con sé una storia da raccontare: mi piace pensare che il design possa dare loro una nuova vita, attuale e sorprendente.

Si potrebbe dire che sei un designer a tutto tondo. Infatti non concepisci solo oggetti d'arredo, ma hai lavorato anche all'ideazione di interi spazi, come l'Hemp Embassy di Milano. Puoi parlarci in particolare di questo progetto e di altri simili?

 
Design Hostel Temporaneo ©

Mi piace pensare al mio lavoro come a un percorso completo, che non si limita alla creazione di singoli oggetti, ma si estende anche alla progettazione di spazi. Rifletto e ricerco molto, perché il mio obiettivo è riuscire a trasferire nei progetti emozioni e unicità, con la visione di rendere senza tempo ogni mia idea. Un esempio molto significativo è l’Hemp Embassy, così come l’Aere Store, entrambi a Milano.

Hemp Embassy a Milano – Ph. Andrea Giovannetti©

In particolare, l’Hemp Embassy rappresenta pienamente il mio modo di lavorare: un progetto che unisce la ricerca sulle forme, la collaborazione con altri artisti e designer internazionali, e l’utilizzo di materiali scelti con cura, come le pietre da me selezionate e utilizzate per la prima volta in quel contesto. Il risultato è uno store unico, fuori dal tempo, dove ogni dettaglio parla di una ricerca continua e personale.

Da Milano alla Versilia. Da anni vivi in un contesto completamente diverso da quello della metropoli, tra Forte dei Marmi e Pietrasanta. Cosa ha portato di diverso nelle tue creazioni questo mutamento di contesto?

È stata una scelta meditata, che ha comportato anche dei sacrifici, ma che è stata indispensabile per il mio sviluppo creativo ed equilibrio energetico. Vivere tra Forte dei Marmi e Pietrasanta mi ha permesso di rallentare i ritmi, di ascoltare di più me stesso e il mio lavoro.

 

Pietrasanta, in particolare, con la sua magia e la sua energia, ha inciso profondamente su di me: mi ha dato la sicurezza e la gioia di credere davvero in quello che faccio e di continuare il mio percorso creativo, a qualsiasi costo. Qui riesco a connettermi in modo più autentico con i materiali, con le persone e con l’ambiente che mi circonda. Questo cambiamento ha portato più verità e profondità alle mie creazioni.

Dal marmo, con la sua gravità, alla delicatezza di fiori e piume. Le tue installazioni oggi sono composizioni di vasi di tua creazione, fiori e piume, bianche e colorate. Cosa ti ha spinto a spostarti verso questo nuovo modo di creare?

 
Dal progetto La Plume ©

Questo nuovo modo di creare è nato in modo molto naturale. La vita si svela a me, a volte in modo brutale, e ho dovuto attraversare momenti di realtà molto complessi, a stretto contatto con la mia anima. È proprio in quei momenti che fiori e piume – nella loro leggerezza e delicatezza – si sono rivelati a me. Non li ho cercati, sono arrivati da soli, come un messaggio lungo il mio cammino.

Dal progetto Fiori Rubati ©

Oggi vivo questa bellezza e la condivido, spesso senza pensare a guadagni o risultati, ma con la certezza che ciò che creo sia uno specchio della realtà che sto vivendo ora. Forse è un segno, forse è un messaggio… ma sicuramente è qualcosa di vero, che sento profondamente e che ho bisogno di esprimere.

 

Andrea Giovannetti è designer e artista autodidatta. È stato selezionato come uno dei 40 designer emergenti dal Politecnico di Milano e ha creato l’allestimento del Design Hostel Temporaneo, organizzato da The Lab. Ha curato la progettazione e la realizzazione degli interni di Aerestore e di Hemp Embassy, a Milano. Ha presentato i suoi progetti in Italia e all’estero: dal Museo Pietrarsa di Napoli all’Olimpia London Design di Londra, e una sua opera – selezionata da Massimo Galleni - è stata esposta sul pontile di Marina di Pietrasanta, in una mostra collettiva en plein air. Attualmente vive e lavora a Pietrasanta.

Email: studioandreagiovannetti@gmail.com

Instagram: @studio.andrea.giovannetti

 


Post popolari in questo blog

La fucina del meraviglioso - Intervista a Maurizio Gioco

Intervista a Alla Chiara Luzzitelli II parte - Luce, candore, liberazione